Dopo il successo di Papaya Salad, la fumettista e illustratrice Elisa Macellari racconta nella nuovissima graphic novel Ossessioni, passione, arte (Centauria Edizioni) la vita dell’immensa artista giapponese Yayoi Kusama.
Quando nel febbraio del 2017 il Museo Hirshhorn di Washington D.C. ha ospitato una retrospettiva dedicata a Yayoi Kusama, presentando ben sei installazioni Infinity Mirror (le sue celebri stanze a forma di cubo rivestite di specchi), pochi si sarebbero immaginati un simile afflusso. Forte di oltre 160.000 visite alle sale e ben 475.000 ai giardini del museo, dove erano esposte alcune delle sue sculture, la mostra ha battuto ogni record di presenze. Per non parlare dei social dove l’entusiasmo è stato ancora più intenso, come riportato da un articolo dello Smithsonian, nel quale si sosteneva che l’hashtag #InfiniteKusama avesse raggiunto 91 milioni di utenti.
Installazioni tridimensionali, astrattismo, performance di body painting, ma anche poesie, romanzi surreali, libri per bambini e persino podcast. Per descrivere l’assoluta genialità dell’artista giapponese non sono bastate le innumerevoli mostre, i documentari e i fiumi d’inchiostro per lei spesi in sessant’anni d’incessante produzione artistica. Ma la straordinaria vita di Yayoi Kusama, una delle artiste più rappresentative del nostro tempo, non è stata costellata di sola fama e grandi successi. La sua storia è certamente incredibile, così come i suoi demoni, quegli stessi puntini che l’hanno inseguita ovunque contribuendo nella gioia e nel dolore a plasmarne il mito.
Nota in tutto il mondo per le strabilianti fantasie a pois, la camaleontica artista giapponese è stata in grado di trasformare meglio di chiunque altro il proprio tormento in un successo internazionale. Kusama ha cominciato a dipingere da bambina, precisamente a 7 anni, per esorcizzare i gravi disturbi mentali ed emotivi che l’affliggevano. Solo tre anni più tardi, sono iniziate le allucinazioni visive e uditive. Da allora la pittura è stata l’unico mezzo per continuare a vivere, o meglio convivere col proprio tormento. Rielaborando grazie all’arte un complesso mondo di percezioni interiori, l’artista ormai novantunenne non ha mai abbandonato il proprio percorso di continua sperimentazione, persino dall’interno dell’ospedale psichiatrico di Shinjuku, in cui ha scelto di vivere sin dalla fine degli anni ’70.
È infatti questo istante a fare da spartiacque nella crescita personale di Kusama. Una parentesi di dolore e sconforto così insostenibile da temporaneamente arrestare l’intensa produzione artistica degli anni precedenti. Eppure la desolazione e i disturbi psichiatrici diventeranno un segno distintivo nella sua rinascita, mentre l’uso ossessivo di determinate forme e colori, la massima espressione di un astratto sperimentalismo d’avanguardia.
Una personalità unica, rivoluzionaria, contrassegnata da un genio inarrivabile, che deve aver spinto la fumettista e illustratrice italo-tailandese Elisa Macellari a dedicarle una graphic novel.
Con questo splendido e profondo omaggio, l’illustratrice ripercorre con semplicità le tappe principali nella vita privata e professionale dell’artista giapponese: il volo di sola andata da Matsumoto a New York in cerca di fortuna, le prime performance sotto l’ala protettiva di Andy Warhol, il successo e poi l’oscurità, segnata appunto dal ricovero nell’ospedale psichiatrico di Shinjuku.
Un viaggio elegante per immagini sospese all’interno del colore e della profonda oscurità che contraddistingue la vita e la carriera di Kusama. Un grande dono per i fan dell’artista. Un libro capace di restituirci l’essenza spirituale di una donna forte, tormentata da ansie e allucinazioni, ma disposta a tutto pur di donare al mondo la sua unica visione.
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